Storie di gioco
Nella complessità della memoria, il gioco si pone come un filo conduttore che avvicina e lega insieme i ricordi di ognuno di noi a quelli di chi ci ha preceduto. Nascono così delle storie condivise, che appartengono a tutti, e che costituiscono una cartina di tornasole delle trasformazioni del nostro Paese.
Il primo momento costituente dell’Italia di ora, dei comportamenti, dei conflitti, dell’atlante umano e caratteriale dell’italiano contemporaneo nasce nella metamorfosi delle periferie industriali. Nasce con l’Italia a due ruote e poi con l’utilitaria, con le vacanze d’agosto, con le rivoluzioni operaie. È l’Italia del calcio e della grande trasformazione industriale, quella degli anni ’70 e ’80.
Un sogno che prende forma già nel gennaio ’46 quando il Ministero dell’Interno autorizza l’istituzione del totalizzatore calcistico “per provvedere alla ricostruzione degli impianti sportivi”. Qualche mese di intensa preparazione e la macchina si mette in moto: il primo maggio del ’46 vede la luce il giornale Sport Italia. Ecco la schedina in prima pagina.
Questa storia ci rende orgogliosi e oggi più che mai, a 75 anni dalla nascita del Totocalcio, ci dimostra quanto la sua eco sia ancora forte.
Questa passione per il gioco e lo sport, intesi come divertimento e competizione nel rispetto delle regole e dell’approccio etico che ci contraddistingue, ci ha portati a sostenere importanti progetti di valorizzazione della cultura del gioco con importanti partner. Tra questi “Storie di Gioco”, curato dalla Fondazione Giangiacomo Feltrinelli, attraverso il quale abbiamo valorizzato la cultura del gioco nella società come elemento ludico e strumento di divertimento, intrattenimento e aggregazione sociale negli ultimi settanta anni in Italia.
Il progetto si è tradotto in una ricerca realizzata dal professor John Foot, storico britannico specializzato in storia italiana e dello sport, che ha marcato la centralità dell’elemento culturale associato alla pratica ludica, percorrendo alcuni dei casi più significativi nei quali le arti hanno interpretato questa pratica.
A supporto dello studio sono state realizzate una mostra multimediale e una serie di videointerviste sull’evoluzione del modo di giocare degli italiani, dal dopoguerra a oggi, indagando il rapporto che si instaura tra l’individuo e le dinamiche ludiche, e l’influenza di queste ultime sulle relazioni sociali.
Con “Storie di gioco” la memoria e il gioco, legati l’uno all’altro, hanno generato una narrazione che, a partire da un passato comune e da storie individuali, identifica la memoria di tutti noi.
L’incontro tra una grande istituzione culturale come la Fondazione Giangiacomo Feltrinelli e una grande impresa italiana che ha una storia nell’evoluzione sociale del Paese, come Sisal, sta producendo degli effetti che vedremo nel tempo e che permetteranno il racconto di un’azienda attraverso quella che è la cifra del suo business, il gioco. Vivremo così un’esperienza di racconto diversa, attraverso la lente d’ingrandimento del divertimento e dello stare assieme.
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