In Italia, il 2017 ha rappresentato un anno di fondamentale importanza per l’intero comparto digitale, riassumibile in quattro parole chiave.
In primo luogo, è stato registrato un incremento – pari al 9% - nel comparto del digital payment, che ha generato un mercato da 190 miliardi di euro e un boom dei pagamenti mobile (+63%) e del contactless (+700%). Intuendo l’importanza dei digital payment, vediamo come oggi i player dei settori più disparati – dalla mobilità al turismo, alla logistica – abbiano iniziato a muovere una prima forma di concorrenza verso banche e realtà eCommerce, un tempo unici ‘colossi’ a conoscere i nostri comportamenti di acquisto e le nostre abitudini.
Oggi, gli Over The Top sono a cena e in vacanza con noi, sanno le notizie che ci interessano e i nostri orientamenti politici in base ai magazine che consultiamo, conoscono le persone che frequentiamo e i nostri hobby.
Abbinare un pagamento per accedere a questi servizi è soltanto una questione tecnica: ad esempio, Facebook ha sufficienti risorse ed expertise per diventare e-Money Institution compliant con la Banca Centrale d’Irlanda.
Al contrario, le Banche mostrano ancora molto immobilismo: esse infatti dovrebbero rinnovare i propri modelli distributivi e la propria identità intorno alla user experience, imparando a rapportarsi con clienti, spesso millennial, che, non percependo alcuna differenza tra una banca ed un’altra in termini di servizi, preferiscono utilizzare strumenti finanziari offerti da realtà quali Google, Amazon, Apple, Paypal, perché percepiti come più semplici o economici. Non solo: con l’entrata in vigore della PSD2, le banche devono confrontarsi anche con i nuovi attori del fintech nel ruolo fondamentale rivestito dalla portabilità e condivisione dei dati relativi alla clientela.
Con la creazione di un mercato unico ed integrato dei servizi di pagamento e l'avvento del digitale, grandi operatori internazionali come Google,
Facebook, Amazon, Alibaba, già in possesso di un enorme patrimonio informativo (i famosi Big Data) potranno venire in possesso dei dati dei clienti delle banche. L'obiettivo della direttiva europea PSD2 è infatti creare le condizioni perché si realizzi il cosiddetto modello di banca aperta per la condivisione delle informazioni, dietro autorizzazione del cliente, con altri soggetti non necessariamente intermediari finanziari, le cosiddette fintech, che propongono strumenti di pagamento alternativi alle banche.
Le criptovalute e la Blockchain sono sempre più sulla bocca di tutti. Il ritmo dell’innovazione è vertiginoso e, se da un lato la corsa al progresso è necessaria, dall’altro diventa ancor più importante fermarsi e capire cosa ci sia dietro.
L’Associazione che rappresento sta sviluppando partnership strategiche con aziende del settore e poli universitari per studiare questa tecnologia e le sue future applicazioni.
Sul fronte digital payment, le banche, giustamente, puntano sulla Blockchain per tagliare i costi in modo massiccio, ma la vera domanda è se gli utenti siano disposti ad utilizzare un sistema che non preveda più la centralità dell’istituto bancario come garante. Potenzialmente infatti la Blockchain avrebbe infiniti usi, potendo anche garantire il corretto scambio di titoli ed azioni e sostituire gli atti notarili, ma la strada da fare è ancora molta affinché si possa semplificare la vita ai cittadini senza comprometterne in nessun caso la sicurezza.
Per concludere, dobbiamo ammettere che, nonostante i progressi tecnologici e la costante, seppur lenta, crescita del comparto digitale, in Italia permane un certo ritardo rispetto al contesto internazionale in termini di diffusione degli strumenti di pagamento elettronici.
La mia convinzione è che l’Italia riuscirà veramente a riallinearsi alle medie europee solo quando investirà in educazione alfabetizzazione digitale e cultura dell’innovazione, non solo nei confronti degli utenti finali, ma soprattutto verso i professionisti ed i dipendenti della pubblica amministrazione.