Business People - Dal 2007 al 2011 i ricavi si Sisal sono raddoppiati. E, nonostante la crisi, la tendenza non accenna a cambiare. Merito della valorizzazione dei talenti e del patrimonio storico di un'azienda che, pur avendo 60 anni alle spalle, non ha ancora smesso di rinnovarsi.


Quali competenze servono in Sisal?

Quelle tipiche del largo consumo: marketing, vendite e ovviamente un'ottima conoscenza del prodotto. Poi c'è un'area comune ad altri settori, come quello farmaceutico per esempio, coi quali condividiamo la sorte di lavorare in un mercato regolato. Ci sono diversi aspetti tecnici di cui dobbiamo tenere conto ogni volta che pensiamo a un nuovo prodotto o ad un nuovo servizio. Non possiamo lanciare un gioco senza l'autorizzazione dei Monopoli di Stato. E per introdurre un nuovo sistema di pagamento ci confrontiamo con la Banca d'Italia.

Burocrazia. Quanto tempo passa mediamente dal concepimento al lancio di un nuovo prodotto?

Tra i sei mesi e un anno.

Parlava poi di programmi, e della loro attuazione.

Certo. Non è tanto difficile avere un piano strategico: è molto più difficile comunicarlo e soprattutto eseguirlo. Fondamentale è che tutti in azienda conoscano i programmi e che l'esecuzione sia corretta.

Quali sono le priorità per voi in questo momento?

Siamo focalizzati sul retail, che è la parte che connette l'azienda al consumatore. Non puntiamo sull'ampliamento, visto che la rete è già capillare. Stiamo piuttosto lavorando sulla qualità del network, sul miglioramento del servizio e della comprensione dei clienti. Attraverso i nostri negozi vogliamo capire a fondo cosa desiderano.

E cosa avete osservato?

Ci sono aspettative più alte rispetto al passato. E in generale i clienti sono molto più informati, questo soprattutto grazie a Internet, alle nuove tecnologie e alla globalizzazione. Mentre più in particolare per quel che riguarda il gioco, la gente vuole divertirsi in maniera sana a prezzi competitivi.

Anche l'on line è una delle vostre priorità?

Siamo molto impegnati sulla parte digitale, che è in grande espansione. Con i nostri siti serviamo oggi oltre 100mila clienti, e abbiamo iniziato a offrire la possibilità di giocare anche con lo smartphone.

Sono piattaforme sperimentali o strumenti già in uso?

Quest'anno il giro di affari di Sisal on line sarà di oltre un miliardo di euro. La parte mobile è già partita, e oggi rappresenta circa il 20% delle scommesse on line.

Altri punti del "programma di governo"?

La differenziazione dell'azienda. In termini di prodotto, innanzitutto, con l'introduzione della prima lotteria internazionale in Italia, Eurojackpot, e con il prossimo lancio delle gare virtuali, un modo nuovo di scommettere su corse che sono simulate al computer. Abbiamo inoltre appena lanciato il brand Sisal Pay, dedicato ai servizi di pagamento, che comunicheremo entro il 2013. E poi ci sono le acquisizioni: reinvestiamo gli utili in società (generalmente una o due all'anno) che siano piccole o medie, e soprattutto sane, con un approccio di lungo termine e rispettando la cultura del management che incontriamo al momento dell'acquisizione. Queste sono le principali linee strategiche per lo sviluppo del business, ma stiamo lavorando molto anche per gestire le nostre attività in maniera sostenibile e socialmente responsabile, creando vantaggi sia per Sisal che per le comunità in cui operiamo. Io sono convinto che nel giro di qualche anno il consumatore finale sceglierà di acquistare prodotti e servizi basandosi sempre più sulla correttezza delle aziende. Ecco perché il nostro piano pluriennale di sostenibilità prevede fin da ora la raccolta separata dei rifiuti, la riduzione degli sprechi di carta e la certificazione che provenga solo da foreste controllate e sottoposte a rimboschimento. Ora puntiamo a rendere le nostre sedi più ecofriendly attraverso il risparmio energetico e l'adozione di tecnologie che ne riducano l'impatto ambientale.

Queste sono le linee d'azione. Come le comunica, come si coinvolge l'azienda verso un obiettivo?

Prima di tutto si deve fare in modo che le risorse ci siano, e siano valide. Bisogna attrarre talenti, rendere sempre di più Sisal un'azienda in cui le persone dotate vogliano entrare. E devo dire che ci stiamo riuscendo: siamo passati dall'essere un'azienda mediamente ambita ad un'organizzazione con cui molti vogliono collaborare. Questo lo dobbiamo allo sviluppo dell'azienda, ma anche a cosa abbiamo fatto per le persone che lavorano con noi. A cominciare dalla partecipazione al Great Place to Work, che ci ha permesso di fotografare il clima aziendale, evidenziando le aree di forza e quelle di miglioramento. La seconda iniziativa riguarda la valorizzazione del talento femminile.

Parliamo di quote rosa?

No. Vogliamo che questa azienda attragga in ugual misura talenti maschili e femminili. In passato si rivolgevano a noi soprattutto uomini, sia per il settore in cui operiamo che per la cultura dell'organizzazione. Negli ultimi cinque anni, invece, abbiamo assunto circa 700 nuove risorse ripartite al 50% tra maschi e femmine; ma ora però questi nuovi talenti vanno sviluppati e trattenuti, messi in condizione di raggiungere i vertici aziendali indipendentemente dal loro sesso. Ed è su questo punto che c'è ancora molto da lavorare. Così abbiamo creato il programma W.i.S.e. (Women in Sisal experience): attraverso dei comitati interni ad hoc, elaboriamo proposte per aiutare le donne a compiere un valido percorso professionale, mediante strumenti di formazione e servizi aziendali a loro dedicati. E poi c'è la riscoperta del patrimonio storico di Sisal.

Ovvero?

Stiamo creando l'archivio storico. Abbiamo ereditato un'azienda con oltre 60 anni di tradizione, e crediamo che integrare la propria tradizione nelle attività odierne sia per noi fondamentale: altrimenti non ci sarebbe differenza con brand che non hanno alle spalle la stessa storia. È stato emozionante raccogliere tutti i materiali in nostro possesso: dalle puntate dei programmi televisivi sponsorizzati da Sisal negli anni 80, alle pubblicità di Totip ed Enalotto. A breve li renderemo disponibili attraverso la Intranet aziendale.

Lei dice di aver previsto, cinque anni fa, i risultati che Sisal avrebbe potuto raggiungere. Cosa prevede ora?

Innanzitutto mi aspetto che migliori la situazione generale, perché ne abbiamo tutti bisogno. Per quanto riguarda Sisal, credo ci siano oggi le basi per continuare a generare sviluppo e successo. E mi auguro che l'azienda possa diventare un esempio di eccellenza nel proprio settore non solo nei risultati, ma anche nel modo in cui questi risultati vengono raggiunti.

 


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