I dati Ocse sulla disoccupazione mostrano che in Italia i senza lavoro sono sopra la media, soprattutto per quanto riguarda i giovani: nonostante il tasso di disoccupazione in Italia a Luglio è rimasto stabile al 10,7%, i giovani senza lavoro hanno toccato nuovi massimi al 35,3%,  in aumento di 1,4 punti percentuali rispetto a giugno.

Un dato allarmante, che fa riflettere e porta con sé un fondamentale quesito: oggi le università sono ancora in grado di fornire ai nostri giovani gli strumenti necessari a fare ingresso nel mondo del lavoro? Il bagaglio culturale raccolto sui banchi di scuola è ancora adatto a interpretare efficacemente le sfide del futuro? I neolaureati che si affacciano oggi sul mercato sono in grado di rispondere alle esigenze delle imprese che li assume? Forse no.

Di questa opinione è, per lo meno, l'autore Inglese Sir Kenneth Robinson, nominato cavaliere nel 2003 per il suo contributo all'istruzione, che in una illuminante – e divertente – video lezione http://www.youtube.com/watch?v=xNDuCGZoc5M ci spiega il suo punto di vista sul tema, illustrando carenze e  limiti del paradigma scolastico post industriale. Per sostenere la sua tesi, l'autore originario di Liverpool ci spinge a ragionare sull'evoluzione – o forse sarebbe meglio parlare di involuzione – dell'approccio formativo nel mondo occidentale, dalla rivoluzione ottocentesca ai giorni nostri. Incapace di adattarsi ai cambiamenti della società nel tempo,  esso appare fossilizzato su contenuti, forme e approcci obsoleti,  che rispondono in maniera inefficace alle reali necessità formative di un giovane cittadino del 21° secolo.

Libri e lezioni risultano standardizzati a tal punto da far dimenticare l'importanza di coltivare la creatività e il riconoscimento di diversi tipi di intelligenza.

Se la scuola non sa rimodellarsi e offrire un'educazione che stimoli il pensiero creativo allora ne risente anche la sua funzione di traghetto verso il  mondo professionale, con  l'effetto che tanti giovani risulteranno non sempre preparati ad affrontare la complessità dell'universo lavorativo.

Forse alla base di tutto c'è solo un problema di comunicazione: far dialogare istituti scolastici e aziende potrebbe fornire la chiave verso un nuovo paradigma in cui i due mondi si influenzano positivamente l'un l'altro. Un nuovo modello in cui ad esempio, le tesi di laurea, da semplici compilazioni accademiche fini a se stesse diventano validi contributi in grado di offrire valore aggiunto al business delle aziende.

Chissà che da questa contaminazione non si possa partire per riformare il sistema e superare la crisi.


Telefono:02.8868971 02.8868971
Fax: 02.8868281 02.8868281